Con il nostro editorialista Eduardo Scotti oggi una riflessione doverosa sui 105 femminicidi commessi da inizio anno.
Domani in tutte le scuole ci sarà un minuto di silenzio. Ma dopodomani? Da gennaio al 12 novembre scorso, in Italia sono stati commessi 285 omicidi. E sono 102 le vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner o di un ex partner. E’ quanto si legge nel report curato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale. Una statistica drammatica che, chiarisce l’indagine, è aumentata rispetto allo scorso anno e che rischia di crescere ancora da qui ai prossimi mesi.
Guardando i numeri, aggiornati al 12 novembre, si vede un aumento dei delitti commessi in ambito familiare/affettivo, che passano da 120 a 125 (+4%), e risulta in salita, rispetto al 2022, sia il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 56 diventano 58 (+4%), che quello delle relative vittime donne, le quali da 51 passano a 53 (+4%). Dal 12 novembre a oggi, in sette giorni, i 102 femminicidi sono già saliti a 105: in Calabria è stata ammazzata a colpi di fucile la dottoressa Francesca Romeo, mentre rientrava dal turno di notte del servizio di guardia medica; nel casertano Patrizia Lombardi è stata strangolata, probabilmente dal figlio.
E poi Giulia Cecchettin, 22 anni, accoltellata dal fidanzato Filippo Turretta, perché lei lo aveva lasciato e lui non lo sopportava. Perché lei si sarebbe laureata giovedì, e lui non lo sopportava. In realtà non è semplice capire il perché; anzi non si piò neppure capirlo il perché. Il femminicidio di Giulia ha lasciato tutti sgomenti. E’ solo l’ultimo della lista e noi non capiamo più il perché. Domani in tutte le scuole ci sarà un minuto di silenzio. Ma dopodomani?
Lo scorso 20 settembre: Femminicidio nel salernitano, accoltella mortalmente la moglie alla gola: Battipaglia piange Maria Rosaria. Lo scorso 28 ottobre: accoltellata alla gola la donna uccisa a Rivoli (Torino) dal marito, che poi si è tolto la vita. La donna, Annalisa D’Auria, 32 anni, era originaria di Nocera Inferiore (Salerno), il marito, 36 anni, originario di Pagani (Salerno). Lascia la figlia, 3 anni. E poi, vogliamo ricordare Anna Borsa a Pontecagnano? L’inspiegabile morte di Dora, dove è indagato per istigazione al suicidio il fidanzato Antonio Capasso che era con lei al momento della tragedia. Domani in tutte le scuole ci sarà un minuto di silenzio. Ma dopodomani?
Nessuno ricorda più il primo femminicidio della storia dell’umanità. Nel II secolo d.C., in uno dei periodi più felici della storia dell’Impero romano. Fu a quel tempo che si consumò il femminicidio di Regilla; era all’ottavo mese di gravidanza in attesa del sesto figlio, fu percossa da un liberto del marito, tale Alcimedonte, che la colpì al ventre facendola abortire e causandone la morte. Aveva appena 35 anni. Il mandante di quel femminicidio fu il marito, Erode Attico, descritto come collerico, violento e attaccabrighe. Uomini che uccidono le donne.
L’ultima, in ordine di tempo, è la povera Giulia Cecchettin. Perché gli uomini uccidono le donne? Da sempre? Forse perché la complessità dell’interazione tra biologia e cultura nelle relazioni affettive e sessuali tra uomini e donne è stata sempre malata? Forse perché le tendenze primitive nei maschi si basano sulla sessualità intesa come sopraffazione e dominanza sulle femmine che vivono la coesistenza con paura e sottomissione? Eppure, io non ricordo mai un litigio o un gesto violento da parte di mio padre verso mia madre. E’ solo fortuna forse? E’ un modello educativo? E’ solo una questione culturale? Domani in tutte le scuole ci sarà un minuto di silenzio. Ma dopodomani?
Lo abbiamo chiesto al nostro editorialista, Eduardo Scotti
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