Tre anni fa, il 18 gennaio del 2017, una slavina travolse e fece crollare l’hotel Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara, in Abruzzo, intrappolando vive 40 persone tra clienti e dipendenti del resort. Fu tragico il bilancio: 11 i sopravvissuti e 29 i morti, tra cui il 28enne di Valva, nel salernitano, Stefano Feniello.
Oggi, a tre anni dal quel terribile evento, che ha visto decine di indagati in due filoni d’inchiesta condotti dalla Procura della Repubblica di Pescara e che vede coinvolti uomini delle Istituzioni, politici, funzionari pubblici e forze dell’ordine, l’Abruzzo ricorda le 29 vittime con una cerimonia religiosa e civile dalle prime ore di questa mattina, ai piedi del Gran Sasso.
Hanno raggiunto il luogo della tragedia anche Alessio Feniello e Maria Perilli, i genitori di Stefano che lunedì, insieme ad amici e parenti, ricorderanno il giovane presso la chiesa di San Giacomo Apostolo a Valva alle ore 18.
La nostra Mariateresa Conte ha intervistato per Radio Alfa, Alessio Feniello con cui ha fatto il punto delle indagini relative all’inchiesta su Rigopiano e ai presunti depistaggi sui quali indaga la Procura.
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Alessio Feniello a 3 anni da Rigopiano
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Buonasera, seguo da tempo la famiglia Feniello su Facebook e attraverso le interviste e servizi sui media nazionali. E questo sarebbe il paese del diritto?? Era un tempo — posso solo dire che il degrado morale e della giustizia si respira ovunque e bisogna solo sperare di non averci mai a che fare, sia per eventuali reati che per ottenere giustizia. Anzi forse è più difficile e improbabile ottenere giustizia e che i colpevoli rispondano delle proprie azioni, piuttosto che pagare una congrua pena per un reato commesso. Penso che i miei predecessori si rivoltino nella tomba, a me dispiace solo di lasciare un paese del genere ai miei figli e i miei nipoti. Io sto con la famiglia Feniello.