Con il nostro editorialista Eduardo Scotti, una riflessione oggi sullo scontro in atto tra Regione Campania e Governo nazionale.
Non accenna a smorzarsi la polemica tra regione Campania e governo, innanzitutto sull’uso dei fondi di coesione. Il presidente della regione, Vincenzo De Luca da mesi spara bordate contro la premier Giorgia Meloni per contestare al suo governo le responsabilità della paralisi dei Fondi Sviluppo e Coesione, sulla quale la Campania ha vinto anche un ricorso al Tar contro il ministero del Sud guidato da Raffaele Fitto.
Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, intervenendo finalmente sulla questione, ha inviato una lettera ai sindaci campani per dire che sui fondi coesione è la Regione Campania a essere inadempiente, non l’esecutivo. Inoltre lo stesso ministro ha sottolineato come i sindaci, piuttosto che andare a protestare a Roma contro di lui, dovrebbero manifestare a Napoli contro De Luca. Inutile dire che nel giro di poche ore è arrivata la nuova bordata De Luca. Il presidente della Regione Campania infatti ha comunicato di aver deciso di sporgere querela per diffamazione nei confronti del ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR. “Il ministro, dopo un oltre un anno e mezzo di tempo perso fra verifiche, controverifiche, richieste di chiarimenti, richieste di integrazioni, richieste di precisazioni pretestuose, immotivate ed arbitrarie, non avendo più nessun argomento con cui giustificare la sua clamorosa inconcludenza ed il suo ostruzionismo, ha adottato la strategia della confusione, della falsificazione, dei pretesti infiniti” ha riferito De Luca che ha anche invitato il ministro a dare attuazione alla sentenza del TAR Campania, che gli ha assegnato 45 giorni di tempo per concludere l’accordo di coesione con la Regione.
Finisce qui? Ma neanche a pensarci. Nel mentre sulla vicenda dei manifesti affissi in Campania dove si denuncia l’abbandono del Sud da parte del governo, e soprattutto che lo stesso governo chiude i pronto soccorso, in modo garbato, in verità, si è fatto sentire anche il ministro della Salute Orazio Schillaci. “Non ho sentito De Luca, ma magari ci sentiremo. A me dispiace quando si dice che il governo chiude i pronto soccorso. Non chiudiamo nulla, ma il governo cerca di aiutare le Regioni che sono in difficoltà e diamo sempre la massima disponibilità e l’ascolto per tutti” ha affermato il ministro Schillaci che poi rincalza: “Accusa il governo di non stanziare fondi a sufficienza per il Sud, e quindi anche per la Regione da lui governata, quando invece l’applicazione dei nuovi criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale per il 2023 hanno spostato alle Regioni del Sud 220 milioni di euro. Tra queste vi è la Campania, naturalmente, con quasi 84 milioni. Per non parlare di edilizia sanitaria. A inizio mese il governo ha attribuito alla Regione Campania 1 miliardo di euro per la realizzazione di 13 diversi interventi diffusi sul territorio regionale, destinati a potenziare la sanità pubblica della Regione” ha aggiunto il ministro. Dunque chi dice il vero? Soprattutto chi mente sapendo di mentire? Può essere che ognuno interpreti numeri, dati, cifre, atti di indirizzo e decreti, come meglio crede e come più gli conviene?
Si, io personalmente credo, sia innanzitutto questa l’interpretazione più logica. E poi, in aggiunta occorre considerare il durissimo scontro tra il governatore De Luca e la premier Meloni che stanno facendo diventare il Sud e l’autonomia differenziata il terreno per un corpo a corpo personale che coinvolge anche i partiti e i vari livelli di governo. Il presidente della Campania insieme a 700 sindaci del Mezzogiorno, si dicono contro la riforma targata Calderoli. Un De Luca che sulla questione prova ad accreditarsi come punto di riferimento per le Regioni meridionali contro lo strapotere leghista. Un De Luca che quindi prova a superare anche Schlein nella lotta al governo nemico del Sud. Uno scontro politico senza precedenti. Come finirà? Su questo abbiamo chiesto il punto di vista di Eduardo Scotti
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