Salerno è la nona provincia italiana per operazioni finanziarie sospette; una crescita esponenziale se si considera che appena lo scorso anno era all’11esimo gradino della speciale classifica redatta dall’Uif, l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia che si occupa in particolare dei reati legati al riciclaggio.
Secondo dati riportati dal quotidiano La Città, con 1.181 casi da controllare nei primi sei mesi di quest’anno, il Salernitano vede aumentare del 37% le segnalazioni rispetto al corrispondente primo semestre del 2020, quando erano state 864. Un preoccupante incremento che ancora una volta vede al centro la provincia di Salerno, divenuta terra di investimenti con capitali sospetti che “inquinano” l’economia sana.
In cima alla classifica delle segnalazioni per operazioni sospette elaborato dall’Uif c’è Roma, seguita da Milano, Napoli, Torino, Brescia, Palermo, Bari, Caserta, Firenze e Salerno, nona come detto, prima di Bologna.
Purtroppo in tutte le province campane si registra un aumento delle operazioni sospette, nonostante la pandemia. Nel complesso, da gennaio al giugno scorso, in Campania sono 8.292 le operazioni su cui accendere un faro e comprendere di più, 1.200 in più rispetto al primo semestre del 2020.
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