Oggi l’ultimo saluto, nella Chiesa madre di Senago, nel milanese, dove abitava con la moglie, ad Alessio Cassandro, il 38enne, originario di Padula, nel salernitano, morto in circostanze misteriose nella notte tra il 30 ed il 31 maggio scorsi.
Alessio Cassandro fu investito da un Malpensa Shuttle, i bus di collegamento per l’aeroporto milanese, sulla rampa che da via Sant’Elia porta al cavalcavia del Ghisallo, sulla carreggiata in uscita da Milano. Fin da subito, le dichiarazioni dell’autista dell’autobus, hanno evidenziato particolari raccapriccianti per questa morte assurda. L’autista infatti ha sempre dichiarato che nel buio, subito dopo la leggera curva della rampa, si sarebbe improvvisamente trovato dinanzi l’uomo, già steso o riverso sull’asfalto; impossibile per lo stesso autista evitare l’investimento. L’autista, ma è atto dovuto dalle indagini, è attualmente indagato per omicidio stradale. La procura di Milano intanto aveva sequestrato la salma di Alessio Cassandro sulla quale nei giorni scorsi è stato eseguito l’esame autoptico. Un esame da cui ci si aspetta di poter chiarire aspetti fondamentali per ricostruire l’accaduto, innanzitutto se Alessio fosse o meno già morto nel momento dell’impatto, ed altre informazioni, anche tossicologiche, per provare a dare risposte alla famiglia. Infatti, al momento nessuno sa spiegare che cosa ci facesse lì, su quel cavalcavia, Alessio, alle 4 del mattino. Circostanza ancor più anomala considerando che i famigliari di Padula, lo aspettavano il giorno successivo proprio in famiglia, per la celebrazione del battesimo di una nipotina. Elemento fondamentale questo, che fa escludere ogni gesto volontario, ai suoi congiunti. Sarebbe dovuto arrivare alla stazione centrale di Salerno, in treno, alle 14 del giorno successivo. A Padula sarebbe dovuto rimanere per una settimana, in attesa della celebrazione delle comunioni di alcuni figli di parenti e amici. Ma quel Frecciarossa per Salerno, Alessio non lo ha mai preso. Inoltre, nelle ultime ore è emerso un particolare che, se possibile, rende il mistero ancora più complicato. Sembra che il 38enne abbia vagato diverse ore durante la notte, comunque ha percorso alcune centinaia di chilometri con la sua vettura, proprio prima dell’incidente sul cavalcavia del Ghisallo. Un percorso, senza un’apparente spiegazione, certificato dai passaggi telepass e da camere di sorveglianza. L’auto del giovane, lo ricordiamo, era stata ritrovata ad alcune centinaia di metri di distanza dal luogo dell’incidente, in un parcheggio. Indagini complesse, che attendono gli esiti dell’esame autoptico. Intanto ieri la salma del giovane è stata restituita alla famiglia da parte della Procura di Milano, oggi i funerali.
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