La sanità che non va in ferie. Riflessioni con Ottavio Lucarelli

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Con il nostro editorialista Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, oggi abbiamo fatto una riflessione sulla sanità che non va in ferie.

Con l’estate entrano in sofferenza i reparti di Medicina interna degli ospedali, che accolgono ogni anno 1 milione di ricoverati. Secondo un’indagine della Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, tra giugno e settembre la sofferenza può trasformarsi in emergenza, “quando oltre il 91% dei medici usufruiscono dei 15 giorni di vacanze nel periodo estivo, come garantito dal contratto nazionale di lavoro. Questo comporta una riduzione degli organici in reparto che arriva fino al  50% in oltre il 20% delle strutture ospedaliere. 
Per chi resta in servizio, il volume di lavoro aumenta e ciò incide ‘abbastanza’ sull’assistenza offerta ai cittadini. A risentirne, nello specifico – evidenzia Fadoi – sono poi le attività ambulatoriali, che diminuiscono della metà le loro attività e in molti casi chiudono del tutto.

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In tutto questo, le carenze di organico nell’ASL Salerno, nonostante i bandi pubblicati negli ultimi mesi per assumere altro personale sanitario, hanno indotto il direttore generale Gennaro Sosto a pubblicare, nel giro di poche ore, tre bandi distinti per reclutare medici con contratti a partita iva, così da raggiungere i livelli essenziali di assistenza. Medici e infermieri “gettonisti” copriranno quindi i turni vacanti per 60 euro l’ora. Sono stati stanziati, infatti, 2 milioni di euro per garantire l’assistenza sanitaria. Occorre ricordare che con l’imminente arrivo dell’estate e i turni scoperti per via delle ferie ha ridotto ulteriormente la copertura dei turni ospedalieri.

 

La ricerca di medici per incarichi autonomi della durata massima di tre mesi, con una disponibilità settimanale di massimo 38 ore, da destinare al servizio di emergenza urgenza, in particolare alle postazioni territoriali del 118. Insomma, l’estate è arrivata e si prova a trovare soluzioni ad una carenza strutturale che mette in crisi il sistema dell’assistenza. Ci si rivolge al lavoro autonomo per tre mesi, per massimo 38 ore settimanali, per coprire le carenze nei reparti di Urologia (4 posti) e Neurologia (4 posti). 15 posti in Anestesia e Rianimazione, 5 in Ematologia, 4 in Gastroenterologia, 3 in Neurochirurgia, 6 in Ostetricia e Ginecologia. Come dire che le malattie non vanno in ferie e neppure i pazienti in ospedale. I medici invece, giustamente si. Su questo abbiamo chiesto il punto di vista di Ottavio Lucarelli

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