L’Italia è il quinto paese dell’Unione Europea con il più alto tasso di detenuti in custodia cautelare, con una percentuale di detenuti non definitivi, pari al 34,6% rispetto ad una media europea pari al 22% Il rischio concreto è l’abuso di questo strumento che rasenta il limite dell’incostituzionalità.
Il caso eclatante di un cittadino di Sala Consilina che ha vissuto ben cinque anni in carcere con l’accusa di associazione dedita allo spaccio ma la Cassazione ha annullato la condanna a 6 anni e 8 mesi per l’imprenditore Enzo Casale. L’inchiesta aveva portato in carcere 51 persone. L’uomo era stato arrestato nell’operazione “Frontiera” che collegava il clan della ‘Ndrangheta Muto ad esponenti del Vallo di Diano. Casale era stato condannato in primo e secondo grado a sei anni e otto mesi, ha trascorso in carcere, tra Paola e Potenza, oltre 4 anni. La Cassazione ora ha sentenziato, in modo definitivo il proscioglimento per non aver commesso il fatto. Abbiamo voluto approfondire il tema con l’avvocato Loreto Zozzaro, legale di Casale
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