Fuga dei cervelli dal sud e chiacchiere da campagna elettorale. Le riflessioni di Eduardo Scotti

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Con il nostro editorialista Eduardo Scotti, oggi una riflessione sul fenomeno sempre più preoccupante della “fuga dei cervelli” dal sud.

Chiacchiere da campagna elettorale e pochi fatti. Francesco vive da qualche anno a Londra. I suoi due fratelli, Mario e Simone, da qualche tempo si sono trasferiti in Trentino Alto Adige. Insomma, quasi all’estero. Lì hanno realizzato i loro sogni. Da quelle parti vive anche Feliciano ed il fratello. Qualche giorno fa Stefano si è laureato alla Federico II, brillantemente in ingegneria. Solo il tempo di festeggiare con la famiglia e gli amici. E’ già volato in Irlanda dove una multinazionale gli ha offerto un contratto di lavoro importante. Anche Giovanna, laurea e master. Da tempo vive a Roma, così come la sorella. Altra brillate laurea. Potrei continuare così per ore, credo. Un esodo inarrestabile sta sottraendo alla provincia di Salerno il suo prezioso patrimonio di giovani talenti. Lo scorso anno i giovani “cervelli” salernitani che hanno deciso di lasciare il nostro territorio sono stati esattamente 1.676. Di questi 207 nella sola città di Salerno. L’anno precedente il trend quasi identico. Le fughe di cervelli del 2022 sono state 1.838 in provincia. I dati di uno studio dell’Istat riferiscono che l’emigrazione riguarda principalmente la fascia di età compresa tra i 19 e i 34 anni, con destinazioni preferenziali nelle città europee. I giovani salernitani, spinti dalla ricerca di opportunità lavorative e di crescita professionale, stanno abbandonando le loro terre d’origine in numero sempre maggiore.

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Tra il 2022 e il 2023, ben 3.514 giovani hanno fatto le valigie e hanno deciso di intraprendere nuove strade oltre confine. Questo fenomeno, che si è accentuato negli ultimi anni, si riflette nei dati relativi alle partenze registrate annualmente. Nel solo 2022, 1.838 giovani hanno lasciato la provincia di Salerno, seguiti da altri 1.676 nel 2023. I mesi che hanno visto il picco di partenze sono stati marzo, aprile e gennaio, con centinaia di giovani che hanno preso la difficile decisione di lasciare il loro territorio. Secondo la Cgia di Mestre, l’emigrazione dei giovani per motivi di studio o lavoro rappresenta una vera e propria piaga sociale, tanto grave quanto la dispersione scolastica. Queste problematiche, sebbene estremamente delicate, non ricevono sempre la dovuta attenzione da parte dell’opinione pubblica, nonostante le pesanti ricadute sul tessuto sociale ed economico delle comunità locali. L’Unione Europea rimane la meta più ambita per questa fuga di cervelli. Tuttavia, preoccupa il fatto che sempre meno di questi giovani decidano di fare ritorno, determinando una perdita complessiva che rappresenta una significativa carenza di risorse umane qualificate per il territorio. Non solo la provincia di Salerno, sia chiaro. In Campania, nel 2022, sono stati ben 4.496 i giovani che hanno scelto di cercare fortuna all’estero. Tuttavia, esiste una luce di speranza nel confronto con i dati precedenti all’era pandemica: nel 2019, i giovani salernitani emigrati all’estero erano più numerosi, con circa 1.200 partenze in più rispetto al 2023. Ecco. Denatalità; invecchiamento della popolazione. Ma se poi ci mettiamo anche la fuga inarrestabile dei nostri ragazzi, che futuro si può immaginare per queste terre? Indignazione, certo.

 

Non può essere che indignazione quello che si prova nel vedere la politica che non comprende i “drammi” che vivono alcune realtà territoriali che la speranza l’hanno già persa. Indignazione per quei discorsi pronunciati dal politico di turno che lancia la sfida al territorio con l’impegno a valorizzare le eccellenze giovanili. In realtà, a guardare i fatti, nulla si fa per cercare di invertire la rotta, provarci almeno a trattenere i nostri giovani. Le risorse, si quelle ci sono. Ci illudiamo che è necessario investire nell’istruzione e nell’alternanza scuola-lavoro, e così sperperiamo risorse che nulla o quasi producono per questi ragazzi. Quello che manca a questi giovani è il lavoro. Il lavoro. Imprese, fabbriche. Produzione, trasformazione. Lavoro. Il resto sono chiacchiere da campagna elettorale che non invertiranno il trend; creeranno solo illusioni. Ecco, su tutto questo abbiamo chiesto l’opinione di Eduardo Scotti
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