Con il nostro editorialista Angelo Di Marino, una riflessione sullo scontro politico in atto da Campania e Governo nazionale. Il tema è quello dei Fondi di Sviluppo e Coesione alla Regione Campania.
Alla fine aveva ragione lui. Come dargli torto se poi arriva una sentenza, ieri, dove in modo chiaro il Tar Campania ha accolto il ricorso della Regione Campania contro il ministero per le Politiche di Coesione, e ha assegnato al Dipartimento per la Coesione il termine di 45 giorni per la definizione dell’istruttoria e la predisposizione dello schema di accordo da sottoscrivere con la Regione Campania, riservandosi la nomina di un commissario ad acta nell’ipotesi di elusione del termine stabilito”. Stiamo parlando della querelle sull’assegnazione dei Fondi di Sviluppo e Coesione alla Regione Campania da parte del Governo. Insomma c’è da aspettare ancora 45 giorni; speriamo meno, anche perché il Tar Campania ha assegnato al Dipartimento per le Politiche di Coesione un termine preciso e inderogabile per definire l’istruttoria.
Finisce così la lunga ed, oggettivamente, insopportabile controversia tra la Campania ed il Governo meloni, anzi per meglio dire il Ministro Fitto, tra l’altro denunciato in più sedi dallo stesso governatore De Luca, proprio per non aver ancora assegnato le risorse alla Campania, mettendo a rischio 12mila posti di lavoro, bloccando un processo di crescita e sviluppo prioritario e soprattutto mettendo all’angolo decine di comuni a rischio default. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dopo aver portato 700 sindaci a Roma in una protesta di piazza contro l’Autonomia Differenziata, ha anche sollecitato un incontro al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme con altri sindaci sul mancato sblocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione destinati alla Regione Campania. “Sblocco dei fondi ‘Fsc’ per il Sud, per i Comuni, per le infrastrutture, per i Campi Flegrei, per la cultura. Chiederemo un incontro al Presidente della Repubblica. Chiederemo di essere ricevuti con una delegazione di sindaci per spiegare le ragioni di questa battaglia” ha tuonato nelle ultime ore. Quella sui Fondi di Coesione è una delle battaglie che sta animando la protesta di De Luca che a fine gennaio, dopo l’approvazione della proposta di legge sull’Autonomia Differenziata in Senato, ha lanciato una sorta di movimento.
Il governatore della Campania aveva parlato di truffa, tradimento, Controrisorgimento. “Già oggi hanno assorbito il fondo di quattro miliardi destinati alla perequazione infrastrutturale: sono rimaste poche centinaia di milioni, è scomparso tutto. Stanno bloccando i Fondi di sviluppo e coesione. Credo che l’opposizione dovesse fare 100 volte di più rispetto al blocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione che sono un altro degli aspetti dell’accentuarsi del divario tra Nord e Sud”, aveva detto lanciando la protesta da Palazzo Santa Lucia. “Siamo di fronte ad un muro di gomma, da oltre un anno e mezzo attendiamo dal Governo lo sblocco dei fondi coesione e sviluppo per oltre 6 miliardi di euro destinati alla Regione Campania e altro un miliardo e 300 milioni per i fondi di programmazione complementare – ha detto De Luca. Si, ma che sono sti fondi di sviluppo e coesione? Il Fondo di Coesione è stato istituito per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione Europea. Fornisce sostegno a investimenti in materia ambientale, alle reti di trasporto transeuropee, all’assistenza tecnica. Per quanto riguarda gli obiettivi a tutela ambientale, contribuisce a investimenti nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili. Per quello che attiene il settore dei trasporti può contribuire al trasporto su rotaia, al trasporto per vie navigabili interne e a quello marittimo, al traffico stradale, marittimo e aereo, al trasporto urbano e pubblico. Il problema vero è che l’Italia storicamente non riesce a spendere i fondi europei previsti sia per scarsa qualità del personale amministrativo e burocratico che per la lentezza delle procedure per accedere ai finanziamenti.
Non è quindi un problema della Campania; tutt’altro. Dunque per la Campania al momento quel che è evidente, con lo stop di questi fondi è che ci sono 200 Comuni a rischio di dissesto, perché hanno avviato lavori non completati per il dicembre 2023 e a questo punto o concludono con fondi comunali, che non hanno, oppure avviano contenziosi con le imprese che non possono essere pagate se non arrivano altri fondi. La sentenza del TAR di ieri sembra essere chiara, ordinando al Dipartimento per la Coesione di completare l’istruttoria entro 45 giorni. Tuttavia il ministro delle Politiche di Coesione, Raffaele Fitto, legge la sentenza in modo diverso. Fitto sottolinea che il Tar ha respinto la richiesta della Regione di assegnazione immediata delle risorse, definendola manifestamente inammissibile. In risposta alla sentenza, il Dipartimento avrà 45 giorni per completare l’istruttoria sui progetti, gli interventi e le linee d’azione trasmessi dalla Regione. Il ministro assicura che il lavoro in corso con tutte le regioni italiane, compresa la Campania, continuerà con il massimo rispetto della sentenza. Tuttavia, Fitto annuncia anche la presentazione di un appello al Consiglio di Stato nei prossimi giorni. Dunque, la querelle continua ma soprattutto “la sceneggiata” politica tra Governo e De Luca prosegue. Su tutto questo abbiamo chiesto l’opinione di Angelo Di Marino
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