Sono centinaia le aziende campane che hanno depositato la richiesta di proseguire l’attività dopo il decreto che blocca le attività industriali non necessarie.
In prima linea ci sono le aziende meccaniche, l’agroalimentare con tutta la trasformazione dei prodotti, ma anche il tessile non si è sottratto, anzi, è in prima linea. Sono circa cento le aziende tessili campane, infatti che hanno depositato la richiesta di proseguire l’attività e molte di loro stanno riconvertendo la produzione dalle gonne alle mascherine, dai tailleur ai camici per i medici.
“Per adesso siamo già in dieci a fare le mascherine”, conferma Carlo Casillo, presidente del sistema moda di Confindustria Campania. Non c’è stato bisogno di adattare grandi macchinari, è bastato comprare il tessuto adatto e spiegare alle sarte che confezionano i vestiti in maniera artigianale, con la macchina da cucire. E’ necessario avere il cotone bianco e cotone idrorepellente, per poter confezionare le mascherine a due strati, quello esterno che blocca le goccioline potenzialmente contagiose e quello interno che dà confort a chi le porta. Sono anche lavabili. Casillo ha spiegato che la sua azienda si sta organizzando anche per produrre le mascherine ffp2 ed ffp3 per i sanitari. Ci vorranno 4-5 giorni per le autorizzazioni a produrle.
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