L’Ecofin ha approvato, nonostante il voto contrario dell’Italia, la cosiddetta “Delibera Case Green” che punta ad azzerare le emissioni di gas serra degli edifici nei paesi membri dell’Unione Europea entro il 2050.
Dal 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno essere costruiti “a emissioni zero”, mentre per gli edifici pubblici questo obbligo varrà addirittura due anni prima. Il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni energetiche dovrà essere ristrutturato entro il 2030; il 26% entro il 2033. Per tutti gli altri edifici scatta invece un obbligo a ridurre i consumi energetici del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Sull’argomento oggi interviene Federcepicostruzioni con il suo presidente Antonio Lomabrdi: “comprendiamo alcune delle perplessità avanzate dal Governo poiché l’Italia è tra i paesi europei quello in cui le performance energetiche degli edifici sono particolarmente allarmanti e lontane dagli obiettivi europei. Disponiamo di un patrimonio immobiliare vecchio ed estremamente energivoro, da adeguare anche dal punto di vista antisismico” così Federcepicostruzioni.
Il 53,7% delle abitazioni italiane ha più di 50 anni, essendo stato costruito prima del 1970; un ulteriore 31% è stato edificato nel ventennio successivo (1971-1990) ed il 7,4% nel periodo 1991-2000. Meno dell’8% è stato edificato nell’ultimo ventennio.
“Stando ai dati Enea, di tutti gli edifici che dispongono dell’Attestazione sulle Prestazioni Energetiche APE – commenta il presidente di Federcepicostruzioni, Lombardi – vale a dire su 5,4 milioni di edifici, più di uno su due, 2,8 milioni, si colloca nelle due classi energetiche peggiori. Ma la platea non include tutti gli edifici, 6,6 milioni, privi di attestazione energetica”.
Per l’associazione quindi è necessario intervenire con lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico in non meno di 9,7 milioni di edifici in Italia, per un investimento complessivo di circa mille miliardi di euro: molto superiore a quello stimato di circa 270 miliardi. Su 12 milioni di edifici in Italia, il 78% necessita di interventi di riqualificazione per rientrare nella classe energetica D dall’Europa. Il 61% degli immobili è oltre le classi energetiche minime di tolleranza indicate dall’Europa. Stimando il costo medio di un intervento in 104.500 euro, gli investimenti da attivare da qui al 2033 ammontano a circa mille miliardi di euro, vale a dire in media 100 miliardi l’anno:
“Un importo insostenibile – commenta il presidente Lombardi che giustifica la posizione del ministero italiano in sede Ecofin: occorre una adeguata ed incisiva politica di sostegno da parte dell’Europa o i singoli Stati, e l’Italia in modo particolare, non potranno in alcun modo rientrare nei parametri di consumo indicati”. Occorre un Programma straordinario europeo per incentivare e sostenere la transizione ecologica – è la proposta di Federcepicostruzioni – e perseguire l’ambizioso ma fondamentale obiettivo di avere, dal 2033, solo edifici a consumi zero, energeticamente autosufficienti. Un Programma che contempli non solo le detrazioni fiscali, che vanno riproposte e confermate, ma che attivi anche investimenti privati supportati da mutui specifici agevolati per le famiglie con reddito medio-basso”.
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