Chiedono l’apertura del corso principale di Buccino, Corso Garibaldi a orari alterni di mattina e di pomeriggio durante l’orario di apertura dei negozi, i commercianti di Buccino che da circa un anno e cioè da quando è stato chiuso il corso al transito veicolare, stanno registrando un brusco calo del fatturato che li sta portando al trasferimento in altre zone del paese o alla chiusura per fallimento.
Mariateresa Conte ha incontrato Roberto di Matteo, titolare di un bar insieme alla moglie.
Intanto però, raggiunto telefonicamente da Mariateresa Conte, il sindaco di Buccino Nicola Parisi, fa sapere che sta valutando le proposte dei commercianti.
Riascolta l’intervista
commerciante buccino
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Ma esistono solo i commercianti ?
Dei residenti nessuno parla ?
E’ opportuni segnalare che nella massima parte i residenti sono nativi del posto , mentre i commercianti, spesso, abitano in zone diverse.
Ecco perchè sono fautore di un incontro collegiale dove vanno esposte le ragioni e le proposte di tutte le categorie.
La chiusura del Corso al Borgo è stato un clamoroso FLOP.
L’intenzione sarebbe teoricamente lodevole, ma sappiamo come le strade dell’inferno possano essere lastricate di buone intenzioni e qualche volta purtroppo anche di sanpietrini. Invero da quando ci si è impuntati su un’assurda chiusura totale del traffico (e sottolineo totale) è cominciata una fuga dei commercianti dal corso e si è incrementata la quota dei cartelli affittasi, provocando disagi di vita quotidiana incomprensibili anche ai residenti. Naturalmente chi non vive nel corso è contento di ammirare lo “splendido deserto”, allorquando ci si reca sporadicamente per la propria passeggiata che, tra l’altro, a Buccino non può che essere solo estiva. Ma, l’evidenza, appunto, ci dice che Buccino non è Salerno, il buon senso ci suggerisce che Corso Vittorio Emanuele a Salerno ha un altro appeal ed un’altra mission rispetto a Corso Garibaldi di Buccino e mi sento oltremodo sciocco a dover affannarmi a spiegare l’ovvio. Ora tra la desertificazione incalzante di oggi ed il caos di prima ci può essere una via di mezzo, una soluzione organizzata che salvaguardi commercio e vivibilità? Naturalmente sì, se non si ragionasse con i piedi e non ci si trovasse di fronte ad un muro di gomma e di imbecillità politica/amministrativa. A tal uopo bisogna aprire immediatamente il corso al transito dei veicoli con chiusura solo domenicale e predisporre telecamere all’ inizio e fine del corso per sorvegliare il passaggio dei veicoli che non dovranno sostare per oltre 30 minuti. Infine predisporre parcheggi adeguati e spostare ad horas il mercato nella zona Piazza Matteotti/Corso Garibaldi.
Sui tuttologi e i novelli sociologi da Bar (che proliferano con lo stesso ritmo dei Bar e molti sono anche di importazione), gradirei stendere un velo pietoso. Tutti conoscono le difficoltà degli esercizi commerciali piccoli rispetto alle grandi catene commerciali e, certamente, non è semplicemente “colpa” del piccolo negozio se non si riesce a sostenere tale agguerrita e spietata concorrenza. Tanto è vero che lo stesso PD ha varato una legge che tenta di favorire i piccoli comuni ed addirittura le edicole dei piccoli comuni per salvaguardarle da una concorrenza spietata e per garantire i servizi ai cittadini. Addirittura alcune regioni hanno legiferato per bloccare la nascita incontrollata di centri commerciali. Naturalmente tutto questo perché? Semplicissimo, perché avere il piccolo negozio, la farmacia, l’edicola, il bar a portata di mano significa garantire servizi ai cittadini al di là di una logica meramente concorrenziale. Ora non so quando questo tipo di legislazione potrà rivelarsi efficace, ma certamente a Buccino rappresenta l’unico caso in cui il piccolo commerciante rappresenta quasi un nemico da avversare e di cui non si vogliono riconoscere le legittime ragioni ed i residenti addirittura una sorta di presunti nemici del buon vivere civile. Intanto il Corso è commercialmente moribondo e si va, a mano a mano, svuotando, mentre i commercianti sono costretti a continuare a pagare le tasse senza avere un‘entrata fissa e sicura. Si badi che la sofferenza del commercio nella parte più viva del paese, almeno fino a prima della chiusura del corso, si riverbera sull’intero Borgo, perché chi non si reca a comprare le scarpe da Sandro non si ferma più nemmeno a compare il pane al forno e così via… Quantomeno si vuole finalmente e seriamente affrontare il problema sperando che non sia già troppo tardi? O veramente dobbiamo ancora credere alle frotte di turisti che dal Corso si dovevano inerpicare per le strade del Centro Storico?