Ennesimo grido d’allarme delle migliaia di piccole attività commerciali che operano sulle aree demaniali della regione Campania: pubblici esercizi, chioschi, dehors, ambulanti e piccoli stabilimenti balneari. Gli adeguamenti dei canoni minimi mettono a rischio la sopravvivenza di migliaia di piccole attività turistiche.
“Questo giochetto di pura economia calcolata, per salvaguardare pochi a discapito di migliaia di imprese è insopportabile”, dichiara il numero uno di FIBA Confesercenti Campania Raffaele Esposito, secondo cui si è voluta trovare una soluzione, oggi insostenibile per migliaia di piccoli operatori economici, che prima pagavano un canone certamente basso che andava sicuramente adeguato con criteri di proporzionalità ma non quasi decuplicato.
Si è passati mediamente da un canone minimo di poco meno di 400 euro l’anno, al quale aggiungere poi tutte le altre tasse e tributi, ad un canone di partenza minimo di euro 2.500 euro.
La proposta di FIBA Confesercenti Campania è quella di stoppare per gli anni 2021 e 2022 questi pagamenti riportarli alla precedente percentuale, perché liquidità, entrate ed aspettative del comparto sono basse. Per di più queste nuove entrate non serviranno certamente alla valorizzazione della risorsa mare, alle politiche di accessibilità ed inclusività, alle emergenze erosione costiera e rischio idrogeologico visto che non sono entrate cosiddette vincolate.
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