30 anni dalla morte di Elisa Claps. La famiglia: “Non entrate in quella chiesa”. Il commento di Ulderico Pesce

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In testa al corteo con una croce, portata in spalla dall’attore Ulderico Pesce, poi il fratello di Elisa Claps, Gildo. Il luogo, la Chiesa della Santissima Trinità a Potenza, riaperta al culto lo scorso 24 agosto dopo lunghi lavori di ristrutturazione. Ieri il 30esimo anniversario della scomparsa e dell’omicidio di Elisa Claps.

“Mi auguro che chi è stato connivente del lungo silenzio, che per anni ha logorato la nostra famiglia, ora chieda scusa”. A parlare è Gildo Claps, il fratello di Elisa Clap. Davanti al portone del palazzo dove ancora oggi vive la madre di Elisa Claps, Filomena Iemma, sono stati messi dei sandali ad occhi di bue, come quelli che indossava Elisa la mattina della sua scomparsa. E alcuni negozi, al passaggio del corteo, hanno deciso di abbassare le serrande. Elisa sarebbe voluta diventare un medico e aveva un sogno nel cassetto: andare a lavorare in Africa con Medici senza frontiere. Per questo, la famiglia Claps ha deciso di realizzare proprio in Africa un ambulatorio dedicato alla ragazza. C’è ancora una verità non svelata nella morte di Elisa Claps? 

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Era il 12 settembre del 1993 ed Elisa Claps, ragazza di 16 anni e studentessa del liceo classico, esce con un’amica, Eliana. Le due si separano perché Elisa deve incontrare un suo amico più grande. Quell’amico è Danilo Restivo, con cui la ragazza ha un appuntamento alle 11.30 alla Chiesa della Santissima Trinità. L’amica non la vede, avvisa la famiglia e scatta la denuncia, con polizia e familiari che si mettono alla ricerca della giovane. Danilo Restivo viene interrogato. Il giorno stesso della sparizione si era recato in pronto soccorso ricoperto di sangue, raccontando di essere caduto in un cantiere. Più avanti si scoprirà che Restivo in passato aveva tormentato diverse ragazze. Era solito far partire telefonate mute, con la colonna sonora di Profondo Rosso in sottofondo. Un’altra sua abitudine che emerge dalle testimonianze è quella di tagliare ciocche di capelli di giovani ragazze. Gli inquirenti, senza prove, non avevano elementi per incriminarlo. Restivo resta dunque a piede libero.

Restivo si trasferisce poi in Gran Bretagna, a Bournemouth. Lì vive Heather Barnett, madre di due figli che lavorava come sarta. Il 12 novembre 2002 la macabra scoperta: i figli, di 14 e 11 anni, tornando a casa da scuola trovano la madre morta in bagno. Fu uccisa a colpi di forbice e in mano aveva una ciocca di capelli. La polizia inglese inizia a indagare. Negli anni raccoglie diverse prove contro Restivo. L’uomo viene condannato per il delitto nel 2011, dopo il ritrovamento dei resti di Elisa Claps nel sottotetto della chiesa potentina, nel 2010. Intanto procede anche il caso in Italia, che arriva alla condanna di 30 anni per l’omicidio Claps. Ora la famiglia chiede alle persone di: “Non entrate in quella chiesa”. Troppe ombre restano sull’omicidio di Elisa Claps. Abbiamo raccolto le riflessioni dell’attore Ulderico Pesce

 

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